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Donatella Rettore: "Ecco perché non amo le mie colleghe"

In una lunga intervista al Corriere della sera, Donatella Rettore ripercorre la sua intensa vita e carriera, fatta di sfide, ostacoli, successi, liti e amicizie con la musica al centro. 

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Ancora giovanissima e in cerca di emozioni, fu “spedita” dalla mamma al collegio delle suore dorotee a causa di una bravata:

“Con la paghetta e un coupon su Ciao 2001 a dieci anni ero riuscita a comprarmi un biglietto per il concerto dei Rolling Stones a Milano. Acquistai anche un posto sul treno in terza classe. Lasciai un messaggio ai miei: ‘Addio, vado a vivere con Mick Jagger’. Tornata dalla spesa, mamma lo trovò e corse a riprendermi in stazione, tanto quella tradotta non era ancora partita. Mi afferrò per il coppino e mi riportò a casa”. 

Neanche le suore, racconta, riuscirono però a placare la sua natura “indomabile”:

“Eravamo a tavola, dopo la preghiera, mi versai in mano del budino al cioccolato, fingendo che fosse cacca. Le compagne risero, le suore no, per tre mesi mangia da sola in refettorio, faccia al muro, meditando vendetta”.

A cambiare nettamente – in positivo – il suo percorso, fu l’incontro con Lucio Dalla, che Donatella ricorda con estremo affetto.

“Lo incontrai a un concorso per voci nuove di Riva del Garda — arrivai prima, vincevo sempre — e mi chiese: ‘Le canzoni chi te le ha scritte?’ ‘Io, però mamma non vuole’. ‘Ora ci parlo io’. Le disse: ‘Signora, sua figlia deve cantare, mica fare la tr...’. E lei: ‘Signor Dalla, si faccia gli affari suoi’”.

Da lì, nonostante la diffidenza della madre, per Donatella si spalancarono le porte di un mondo del tutto nuovo: qualche anno dopo iniziò ad aprire i concerti di Dalla: “Un uomo grande, generoso”. 



Arrivò il primo Sanremo, nel ’74, ma fu tutt’altro che un successo. In Germania, invece, la sua musica era amatissima.

“Coi soldi della Telefunken-Decca mi comprai la tv a colori, mi sentivo ricca. Ho cantato con Rod Stewart e gli Abba, tipi semplici, solo qui gli artisti si davano arie”.

Un periodo non facile, anche a causa di una fisicità che le fece inizialmente un po’ da ostacolo:

“Ero grassa. Insomma molto in carne, tipo Adele prima maniera. In Germania non ci facevano caso, mi camuffavo con dei camicioni di garza. Però acchiappavo un sacco, le rotondità piacevano”.

Qualche accenno anche ai rapporti non sempre idilliaci con le sue colleghe. Gianna Nannini?

“Era noiosa, la Ricordi le consigliò di imitarmi. E fece Fotoromanza vestita da marinaretta, abbastanza ridicola”. Loredana Bertè? “Disse che non vendevo dischi. Risposi che era invidiosa e mi querelò”.
 
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(fonte 105.net)



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