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GUNS 'n' ROSES: welcome to the jungle!

Alcune persone nascono predestinate a percorrere un certo tipo di strada. Quando i componenti dei Guns’n’Roses si sono incontrati, non sapevano che in pochi anni si sarebbero ritrovati sul tetto del mondo. E non immaginavano neanche che la strada per il successo è accidentata e piena di punti in cui è facile deragliare. Questa è la loro storia.

GUNS 'n' ROSES

L’INCONTRO TRA GUNS E ROSES


Verso la metà degli anni ’80 Los Angeles è una citta fervente dal punto di vista artistico. Aspiranti attori, musicisti, giovani in cerca di fama si avvicendano nell’assalto alla Mecca dello spettacolo. Sono gli anni della musica rock nella sua accezione più sfarzosa: la scena è dominata in larga parte da gruppi glam rock come Aerosmith, Poison, Cinderella e così via. Lo tsunami punk, che ha avuto il suo epicentro in Inghilterra, ha già attraversato l’oceano e investito gli States, portando via con sé ogni memoria del progressive rock, che tanto aveva imperversato negli anni ’70. A ripopolare la scena è arrivato un piccolo esercito di gruppi hard rock, nel segno del più classico drugs, sex and rock’n’roll.


Nel 1984 due di queste formazioni si incontrano, in circostanze casuali e non programmate: gli LA Guns e gli Hollywood Rose si trovano a condividere lo stesso palco in una delle tante esibizioni strappate coi denti a un committente che avrebbe pagato al massimo con un pasto caldo. I componenti delle band entrano in contatto e decidono di iniziare a collaborare. Si tratta di due formazioni dal suono duro, sgarbato, ispirato al rock’n’roll, ma lontano dai modelli di successo di band patinate come Rolling Stones e gli altri gruppi glam rock.


Un anno dopo la collaborazione diventa qualcosa di più, assumendo una forma propria e portando alcuni de componenti a lasciare la propria formazione per crearne una nuova. Dopo alcuni cambi di assestamento, i membri del nuovo gruppo diventano stabili e scelgono il loro nome: Guns’n’Roses. 5 elementi che rispecchiavano l’esatta formazione di un gruppo glam rock, ma avevano intenzioni del tutto differenti.


La compagine, con alla testa sempre il cantante Axl Rose, comincia la sua gavetta da banda rock: concerti e performance per ottenere vitto e alloggio per qualche notte, abitazioni degradate e crocevia di spacciatori e alcolisti incalliti, litigi frequenti tra i membri. Dall’altro lato, tantissimo impegno per costruire il proprio suono, che avesse un impatto immediato sul pubblico ma si differenziasse in modo sostanziale da quello dei pesci grossi dell’epoca.


Live dopo live, i Guns cominciano a far parlare di loro, diventando famosi per l’enorme carica che sono in grado di trasmettere al pubblico in ogni show. Axl, in particolare, da tutto sé stesso nelle esibizioni. Sul palco appare quasi indemoniato, lanciando uno dopo l’altro gli urli primordiali che l’hanno contraddistinto per tutta la carriera. Questa carica non arriva dal cielo, ma dalla necessità di sfogare un’esistenza che definire tormentata è poco. Fin da piccolo Axl è stato vittima di abusi e violenze da parte del suo patrigno, lo stesso destino che è toccato a sua madre e alla sua sorellina. Da lì derivano una serie di rapporti affettivi instabili e una visione della realtà a tratti completamente folle. Ma dall’altro lato, il suo dolore è fonte di grande energia, che il giovane Axl converte regolarmente in show straordinari.


IL CONTRATTO CON LA GEFFEN E IL BOOM


Per la band di Los Angeles uno dei grandi ostacoli iniziali è trovare una casa discografica con la voglia di scritturarli. La qualità della musica non si discute: i Guns’n’Roses sono un’istituzione nei club underground della città. Le loro performance sono sempre apprezzatissime dal pubblico, e i siparietti non programmati che i componenti spesso mettono in scena fanno passare il loro nome di bocca in bocca. Il problema è che il nome dei Guns è associato a concetti come risse con i fans, distruzione di palchi, consumo smodato di droghe. Ogni produttore che li avvicina immediatamente si tira indietro, spaventando dal potenziale distruttivo di ognuno dei 5 componenti.


La major che per prima decide di mettere le mani su questa banda di diavoli in giubbetto jeans è la Geffen, che attraverso un suo talent scuot instaura con i Guns una relazione piena di compromessi. Dalla parte della band, la Geffen chiede ai componenti di fare quello che serve per mantenersi vivi e abili a utilizzare il loro strumento. Dalla parte della produzione, i Guns chiedono libertà assoluta nelle scelte che riguardano il materiale musicale e lo stile in generale. Nel 1986 il gruppo firma il suo primo contratto discografico e viene sistemato in uno studio dove produrre il primo album.


Un anno dopo esce come singolo Sweet Child of Mine, una ballata rock che sintetizza perfettamente la volontà del gruppo di inserirsi nel mercato musicale con un esordio orecchiabile, ma che chiarisce perfettamente le intenzioni di pestare prepotentemente i piedi dei damerini del glam rock. La canzone nasce durante una sessione di prove da un riff con cui Slash, chitarra solista, si sta esercitando. Duff McKagan, interessato, chiede a Slash di ripetere, e comincia a costruire la partitura di basso. Axl approfitta di un tappeto così pregiato per cantare un inno d’amore, dedicato alla sua fidanzata, Erin Everly. Nasce così uno dei pezzi più incredibili della storia del rock.


Nel 1987 esce Appetite for Destruction, il primo album in studio dei Guns’n’Roses. Il disco ottiene un successo incredibile, e viene identificato da subito e in maniera piuttosto unanime come una delle perle della storia del rock. Al suo interno ci sono alcuni dei più grandi classici del gruppo, e il lavoro nel suo insieme rappresenta un vero e proprio shock anche per i non appassionati di hard rock. È proprio questa la caratteristica che fa dei Guns uno dei gruppi più di successo di quegli anni: per amarli, non è necessario essere appassionati di quel tipo di musica. La comunicazione che emanano è fatta anche di gestualità, atteggiamenti e messaggi espliciti che fanno appella alla parte più istintiva e animale di chi ascolta, facendo presa immediatamente su fiumi di fan.


Alla partenza per il primo tour mondiale le condizioni dei membri sono tutt’altro che buone. L’abuso di qualsiasi sostanza serpeggia incontrollato, ed è soprattutto Slash, in questa fase, a farne le spese. Il suo atteggiamento tranquillo e introverso non da a vedere più di tanto quello che gli accade sotto e sopra al palco. Sono molti gli aneddoti che lo vedono lasciare la chitarra per un attimo durante lo show per nascondersi a vomitare dietro gli amplificatori, o lasciarsi cadere la sigaretta nei pantaloni durante un solo (aggiungendo un pizzico di pepe alla performance).


Ma la naturale tendenza alla distruttività è una proprietà condivisa da tutta la band, che si riflette anche sui fan che assistono ai concerti dei loro beniamini. Tutto ciò va fuori controllo nel 1988, durante una tappa di Donington, Inghilterra. Nel concerto, a causa di alcuni disordini, muoiono due spettatori, calpestati dalla folla in delirio. È un punto critico per la carriera dei Guns, che hanno la stampa e una larga parte di fans contro, ma non hanno nessuna intenzione di rivedere il loro stile di vita.


DAL PARADISO ALL’INFERNO


Il lavoro in studio dei Guns prosegue senza sosta. Nel 1988 esce “G’N’R Lies”, un disco che contiene alcune esibizioni live e quattro canzoni inedite, tutte in acustico. Sono tutte in acustico perché vengono registrate in un giorno soltanto, nell’ambito di una singola live session con tutti i membri nella stessa sala. Probabilmente l’album è il ritratto del momento più felice della band, pervasa da una vena creativa molto fertile e ancora in controllo degli eccessi di ciascun membro.


Il disco supera i record di vendita stabiliti da gruppi come Beatles e Led Zeppelin nella settimana successiva all’uscita, e riconcilia i Guns con i loro fan. Non accade lo stesso con la stampa, però, che si lancia contro il quintetto di LA per via dei testi razzisti di One in a million. Le pressioni e l’intenso lavoro spingono i membri della band a prendersi un periodo di pausa dagli studi di registrazione e dal palco. Nel corso del 1989, però, invece di un anno sabatico in cui trovare riposo i Guns restano invischiati nel labirinto della droga e dell’alcol, perdendo completamente la bussola e il contatto tra i componenti.


Quando arriva l’offerta dei Rolling Stones per l’apertura di 5 date negli Stati Uniti, sembra l’occasione giusta per rimettersi al lavoro. Qualcosa è cambiato tra i membri del gruppo, però, soprattutto a causa dell’atteggiamento sempre più difficile di Axl Rose. Durante la prima tappa del tour, il cantante accusa pubblicamente Slash di passare troppo tempo con Mr Brownstone (Mr Brownstone è una canzone dei Guns che parla di eroina). Un episodio che il chitarrista anche in futuro ammetterà di non poter mai perdonare. È questo il momento in cui i Guns’n’Roses cominciano non troppo lentamente a implodere su sé stessi.


Subito dopo il tour (finito male) la band si mette al lavoro su un nuovo album, ma i problemi non sono affatto finiti. Steven Hadler, batterista, è in pessima forma, ed è a malapena in grado di parlare, figurarsi prendere le bacchette in mano. I componenti si trovano in una situazione difficile, devono ascoltare il loro chitarrista mentire sulle sue condizioni di salute e affrontare intere sessioni di prove buttate al vento.


Giunti all’esasperazione, gli altri membri decidono di cacciare Hadler, rimpiazzandolo con un altro batterista, Matt Sorum, più bravo ma meno adatto al tipo di musica dei Guns. Dopo il licenziamento, Hadler cade in un buco nero fatto di depressione e abuso, arrivando a tentare di suicidarsi con un overdose di cocaina, che gli procura un arresto cardiaco che solo per miracolo non lo uccide. Con un elemento della band in questa situazione di collasso, i Guns’n’Roses continuano la strada verso il disco che deve replicare il successo di “Appetite for destruction”.


IL TENTATIVO DI SUPERARE IL SUCCESSO DEL PRIMO ALBUM


L’inizio degli anni ’90 rappresenta un periodo estremamente difficile per la band. Axl Rose, ormai assurto alla figura di dittatore, impone un netto cambio di stile: gli altri membri, nonché i fan della prima ora, trovano molto strana e irritante la volontà di utilizzare pianoforti e orchestre nelle canzoni dei Guns, nonché vedere video di Axl che canta in cima a una portaerei per poi gettarsi in acqua e nuotare coi delfini. Il frontman, d’altra parte, non sembra turbato dalla situazione, ed è convinto che sia necessaria una sua imposizione per risolvere la difficile situazione.


Gli atteggiamenti dispotici non si limitano alle scelte in campo musicale, ma invadono anche quello legale. Axl impone agli altri membri di firmare un documento che attesta la sua proprietà del marchio e la leadership della band. Se non lo fanno lui non salirà più sul palco con i Guns’n’Roses. Rose è completamente fuori controllo, e se la prende anche con i fan: durante un concerto nel 1990 salta addosso a uno spettatore, reo di avere una videocamera in mano.


Nel 1991 esce “Use your illusions”, un doppio album che divide la critica ma ottiene un grande successo di vendite. L’appunto più citato è quello di aver esagerato nel far uscire così tante tracce, sempre unito all’accusa di essere diventati avari e vogliosi di mungere la vacca grassa che si ritrovano in mano. Nonostante il disco venda moltissime copie, il percorso che ha portato a realizzarlo mostra come i Guns’n’Roses siano ormai sull’orlo del collasso: il rapporto tra i membri è cosi deteriorato da limitare i loro contatti ai momenti delle esibizioni, mettendo in evidenza come lo spirito familiare che aveva contraddistinto la band oramai è svanito.


Poco prima del tour che segue l’uscita dell’album, Izzy Stradlin abbandona il gruppo, esasperato dai problemi con Rose. Il chitarrista viene immediatamente rimpiazzato, ma con lui se ne va un elemento che aveva una fortissima funzione di collante, soprattutto tra Slash e Rose. Slash, da parte sua, è sempre più sprofondato nel tunnel dell’alcol, e durante il tour viene trovato morto nella sua stanza d’albergo, venendo rianimato miracolosamente dai paramedici.


IL CONTO DEGLI ECCESSI E LO SCIOGLIMENTO


Con l’uscita di “Use your illusions” i Guns’n’Roses sono tornati sulla cresta dell’onda, e nuovamente si trovano a girare il mondo, in un tour intensissimo che dura anni. Un altro episodio problematico capita quando la band si trova a esibirsi in apertura ai Metallica, il cui cantante si infortuna con il materiale pirotecnico di scena poche ore prima dello show. Axel Rose, chiamato con i Guns a supplire l’assenza dei Metallica, compie un gesto incredibile: sale sul palco, e annunciando senza troppa enfasi che non si sente a posto con la voce abbandona il concerto. Tra il pubblico si scatena una vera e propria rivolta, che provoca molta distruzione e tanti feriti, mettendo di nuovo la stampa contro quel che resta della band di LA.


Il 1993 è l’anno dell’ultimo concerto dei Guns’n’Roses con la loro formazione orginiale (o quasi). Lo show si tiene a Buenos Aires, ed è il triste finale della breve ma folgorante carriera dei diavoli con il giubboto jeans, che nel frattempo hanno cambiato vestiti e si sono avvicinati di più all’universo psichedelico e pieno di pizzini del glam rock. Tutti i componenti sono consapevoli che finito quel tour, sarà anche finita la loro carriera insieme, anche se nessuno ne parla.


Nel 1996 Slash e McKagan abbandonano il gruppo, lasciando una band che si era ritrovata poco prima a interpretare una canzone dei Rolling Stones (Sympathy for the devil) pur di vendere qualche disco. Axl, dopo lo scioglimento, sparisce per qualche anno nel tentativo di ricostruire la band di cui in mano gli era solo rimasto il marchio. Si alterneranno diversi musicisti al suo fianco, che però in 10 anni riusciranno a produrre solo un altro album degno di nota, “Chinese Democracy”, che rispetto agli altri passa sostanzialmente inosservato.


Oggi i componenti della band sono ancora lontanissimi dalla possibilità di una reunion, e sono probabilmente consapevoli di aver pagato il prezzo di una vita troppo piena di eccessi e contrasti. Tra gli anni ’80 e ’90, però, questa banda di scapestrati ha messo in fila tantissime leggende del rock, infrangendo record su record e lasciando alcune delle pietre miliari più influenti per gli anni a venire. Dall’ispirazione emanata dai Guns’n’Roses sono nate numerose altre formazioni e si sono delineati veri e propri generi musicali, e la loro storia continua ad affascinare ancora oggi milioni di persone in tutto il mondo, appassionati di musica e non.


 
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(fonte musiclegend.it)

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