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L'addio discografico (per ora) dei Rage Against the Machine

La band statunitense, abbandonata dal cantante Zack de la Rocha, non ha più pubblicato un album...e sono trascorsi oltre venti anni

Zack de la Rocha (voce), Tom Morello (chitarra), Brad Wilk (batteria), Tim Commerford (basso) questi sono i componenti dei Rage Against the Machine. La band è stata tra le più influenti degli anni Novanta mescolando al meglio sonorità hip-hop, funk hard rock e metal. Formatosi a Los Angeles nel 1991 il gruppo ha debuttato l'anno seguente con l'album "Rage Against the Machine", seguito nel 1996 da "Evil Empire", poi un terzo disco di inediti intitolato "The Battle Of Los Angeles" nel 1999 e, infine, a chiudere la loro discografia, l'album di cover "Renegades" pubblicato nel dicembre del 2000.


A decretare lo scioglimento della posse - che, comunque, nei venti anni e oltre trascorsi dalla separazione si è riunita più di una volta nonostante non abbia più pubblicato un album registrato in studio con brani inediti - fu la decisione del cantante Zack de la Rocha di lasciare i compagni per dedicarsi alla carriera solista. Oggi Zack compie 52 anni, per festeggiarne il compleanno e per celebrare con lui anche i Rage Against the Machine siamo andati a ripescare nel nostro archivio la recensione della loro ultima fatica discografica, "Renegades".

"All sounds made by guitar, drums and vocals”, ogni suono è prodotto da chitarra, basso, batteria e voce. Una postilla di questo genere è una costante sui dischi dei Rage Against the Machine. Non sfugge alla regola neanche “Renegades”, l’atteso e chiacchierato disco di cover. 14 brani, con un repertorio che recupera le radici nere di Erik B & Rakim (“Microphone Friend”) e Africa Bambaataa (“Renegades of funk”), quelle rock (Stooges, MC5) e politiche (Dylan e Springsteen).

Quella dei Rage è una vera è propria filosofia, che va dalla purezza dei suoni alla politicità delle intenzioni. Ma, nonostante lo spirito sia quello battagliero di sempre, “Renagades” si è fatto anticipare da un codazzo di polemiche interne impensabili per band come quella di Tom Morello e Zack De La Rocha. Che quest’ultimo abbia deciso di lasciare il gruppo per contrasti – probabilmente dovuti alla voglia di fare un disco solista - ha rivelato che, in fin dei conti, i Rage erano un gruppo “umano”. Musicalmente unico, ma incline a litigare, come tanti altri.

Con l’uscita di “Renegades” la parola torna alla musica. Il chitarrista – e ormai leader indiscusso - Tom Morello lo ha definito “uno dei dischi più potenti della nostra carriera”. Non c’è da dargli torto. Spiccano nella raccolta le cover di “Street fightin’ man” degli Stones, “Kick out of the jams” degli MC5 e “In my eyes” dei Minor Threat, che spingono il suono dei Rage in una direzione più orientata verso il punk e ne riaffermano l’unicità nel panorama odierno.


Con una sorpresa: la delicata (sembra impossibile usare ques’aggettivo per i RATM, ma è così) versione di “Beautiful world” dei Devo. Cosa verrà dopo, lo suggerisce una delle due live bonus tracks ‘nascoste’ alla fine del cd: “How can you just kill a man” dei Cypress Hill, in cui De La Rocha duetta con lo stesso B-Real. Voci insistenti, ma non confermate, indicano quest'ultimo come prossima voce dei Rage. Si vedrà se sarà in grado di non far rimpiangere De La Rocha. (fonte rockol.it)


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