La cantante ha parlato della sua iconica maschera, il suo tratto distintivo, e di come abbia sempre voluto tenere sempre nascosta la sua identità
Sono passati 10 anni da Milano, sushi & coca, il brano che l’ha lanciata. Stiamo parlando di Myss Keta, la rapper nota per esibirsi mascherata. Sempre con gli occhiali da sole, con qualsiasi situazione meteo, perennemente bionda, nessuna notizia su di lei. Non sappiamo nulla sulla sua adolescenza, su com’è cresciuta, su qual è il suo background.
Ma perché tutto questo? È una specie di sfida verso i suoi fan.
“Lascio la mia biografia avvolta nel mistero il personaggio di Myss fa capire alcune cose del passato, ma affido a chi mi segue la curiosità di unire i puntini”.
E nessun rischio, a suo dire, che la maschera diventi una specie di gabbia essendo ormai il suo connotato distintivo.
“Il rischio di mostrare un proprio lato ‘intimo’ è quello che accomuna tutti gli esseri umani. La maschera di Myss rispetto ad altri artisti è esplicitata, visivamente e fisicamente. È la maschera che ogni artista porta con sé sul palco. Ma dietro la maschera c’è un cervello che si muove, un artista che si evolve, un progetto che cambia. Non vedo il rischio di rimanere incastrata”.
Per Myss Keta non è mai un limite perché
“spesso i limiti ti fanno aggirare certe cose, ti danno più spinta. I limiti di Myss sono lo sprone per andare oltre, il limite di non mostrare il viso ad esempio mi spinge ad avere una comunicazione non verbale più chiara”.
E a suo dire praticamente nessuno la vede senza maschera:
“Senza mi conoscono solo mia madre e l’ostetrica”.
Nemmeno gli artisti saprebbero chi è veramente:
“Myss è questo. Quando lavoro, quando collaboro con altri artisti mi presento mascherata. Sarebbe come chiedere a Batman o Superman di andare al lavoro senza costume”.
Le piace definirsi una vera “supereroina milanese” e al posto dei superpoteri ha una collezione di mascherine che “supera le svariate centinaia”.
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(fonte 105.net)
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