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Quando Bob Dylan vinse il Nobel per la Letteratura

È stato assegnato a Bob Dylan, cantautore e artista americano, il Nobel per la letteratura 2016. La decisione è stato motivata dall'Accademia di Svezia con le seguenti parole: “per aver creato nuove espressioni poetiche all'interno della tradizione della canzone americana".


bob dilan

Pur avendo sempre rifiutato le etichette che lo definivano come portavoce della sua generazione, Dylan, oggi 75enne, ha rappresentato lo spirito di un'epoca in canzoni come Blowin' in the Wind, The Times They Are a-Changin e Like a Rolling Stone, intrecciandole alle battaglie degli anni Sessanta e Settanta sui diritti civili, il pacifismo e l'impegno sociale. In attività da più di cinquant'anni, la sua discografia ha coperto svariati generi, dal blues al folk, dal gospel al rockabilly, rinnovando spesso la musica rock all'interno della più profonda tradizione americana.


Nel 2012 il presidente Barack Obama l'ha definito come

"il più grande gigante della storia della musica americana"

ma sono infiniti gli artisti e gli studiosi che hanno sottolineato l'importanza della sua carriera nel forgiare le dinamiche culturali della musica rock e non solo. Da anni si fa il suo nome appunto anche fra i candidati al Nobel, un fatto preso a volte con scetticismo e altre con grande entusiasmo soprattutto da parte di fan e critici. Sara Danils, segretario permanente dell'Accademia di Svezia, ha dichiarato che

quest'assegnazione non deve sorprendere:

"Se andiamo indietro di 5mila anni, avevamo Omero e Saffo che scrivevano poesie per essere cantate, è la stessa cosa per Bob Dylan".


Nato in una famiglia di origini ebreo-lituane (vero nome Robert Allen Zimmerman), si avvicinò alla musica fin da giovanissimo, adattando lo pseudonimo Bob Dylan attorno ai diciott'anni, proprio in un tributo letterario al poeta Dylan Thomas. Grazie alla sua infinita inventiva linguistica e alla sua peculiare attenzione al ritmo delle parole nei suoi testi, le canzoni di Dylan hanno spesso ricevuto attenzione anche in ambiti accademici e poetici, con paragoni che lo associano a Eliot, Keats e Tennyson.


I testi dei suoi album, sempre immaginifici, evocativi, sperimentali ma anche immediati nella loro concretezza, sono studiati nelle università e numerosi saggi sono stati pubblicati a riguardo. Nel 2005 la sua Mr. Tambourine Man è stata inserita nella prestigiosa antologia The Norton Introduction to Literature.


Ma Dylan è anche un autore vero e proprio: nel 1971 ha pubblicato Tarantula, una prima raccolta di poesie che adottano tecniche sperimentali come il flusso di coscienza e si ispirano a modelli come Allen Ginsberg, Jack Kerouac e William S. Burroughs, e più in generale allo stile e alle atmosfere della poesia beat e della sottocultura americana.


Nel 2004, poi, ha pubblicato Chronicles: Volume One, la prima parte di un progetto autobiografico che prevede tre libri in totale. La prima parte, che in circa 300 pagine si sofferma sugli esordi sulla carriera e su episodi e album meno conosciuti della sua produzione, è rimasta per 19 settimane nella classifica dei bestseller del New York Times.



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