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Repetto: “Sean Penn voglio che mi rappresenti nel film sugli 883”

Immagine del redattore: ViKingSo MusicViKingSo Music

Mauro Repetto è impegnato a teatro con Alla ricerca dell’uomo ragno - La favola degli 883, lo spettacolo che racconta l’epopea degli 883, diretto da Maurizio Colombi e Stefano Salvati.

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Un tour che proseguirà fino a maggio e a cui seguiranno altre date estive. Un successo che ha raccontato in un’intervista a Il Giorno:

“A volte ho come la sensazione di stare seduto a una tavolata con milleduecento amici. Se io ballo e canto, loro ballano e cantano, se rido, loro ridono. E quando parlo de ‘Gli anni’, l’ultimo pezzo scritto con Max Pezzali, se mi scappa una lacrimuccia, beh, scende pure a loro”.

Per Repetto il successo dello show sta tutto nella voglia della gente di rivivere un’epoca spensierata.

"Quando canto ‘Nord Sud Ovest Est’ e rifaccio il gesto di allora, il boato è lo stesso di una rovesciata di Platini agli Europei dell’84".

L’idea dello spettacolo nasce dall’idea di Colombi che ha immaginato gli 883 come due menestrelli in una Pavia medievale:

“Il gioco dell’ambientazione medievale rende il tutto ancora più divertente. Ci sono personaggi straordinari, a cominciare dal Conte Claudio Cecchetto. Grazie all’intelligenza artificiale, posso persino dialogare con il Mauro e il Max di 35 anni fa”.

Del resto il fenomeno degli 883 è in piena ascesa negli ultimi anni. Su questo Repetto riflette:

“Forse perché la nostra normalità, se si vuole la nostra banalità, genera in tanti un senso di identificazione rassicurante".

E se dopo la serie che ha avuto grande successo ci fosse anche un film? Mauro sogna in grande:

“Mi piacerebbe Sean Penn nel mio ruolo, magari ringiovanito dall’intelligenza artificiale. Non per la somiglianza, ma perché è il migliore”.

La foto del brindisi con Max Pezzali è diventata virale. Si ripeterà?

“Se all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola c’è un bar, magari andremo lì a farci una birra insieme”.

Repetto ha parole di grande rispetto per l’ex compagno di avventure:

“Max è surrealista perché in certi testi gli basta una sola frase per farti volare lontano. Ma è anche nobile, come uomo e come artista”.
 
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(fonte 105.net)



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