Rose Villain è al suo secondo Sanremo consecutivo. Il primo, nel 2024, l’ha lanciata ovunque con il tormentone Click boom! che ha risuonato a lungo nelle radio.
In un’intervista a Vanity Fair, la cantante ha raccontato:
“Mi sono trovata a rapportarmi con i bambini e gli anziani. Un pubblico nuovo: è stato bellissimo”.
E ora è pronta a “rifarlo” con Fuorilegge. La promessa è
“salire di livello. L’anno scorso quel palco è stato fondamentale per far conoscere il progetto a tante persone: la paura era di non essere capita, di passare come la ‘villain’ oscura, appunto, della situazione, quando in realtà è una maschera e sono una ragazza molto dolce; ebbene, la cosa che più mi ha dato gioia è stato vedere che la gente ha recepito, tutto. Adesso non vedo l’ora: sono una megalomane con la musica, spero di affermarmi e fare ancor di più live. La verità è che mi sono sempre sentita nata per questo, avevo un’attitudine pop anche quando facevo punk, o rap. Finalmente, però, sono sulla strada giusta”.
Non ha paura di ripetersi, anzi pensa che sarà ancora meglio della prima:
“Ero un po’ nervosa, non mi sono goduta davvero il palco; stavolta sì, non ho dubbi, né ansie di sorta, mi divertirò”.
Quanto al pezzo, sarà una hit? A suo dire sì:
“È un pezzo che adoro, in cui non mi snaturo e nel quale credo tanto. Sanremo è un tritacarne: se non c’è entusiasmo e non si è convinti del pezzo, è inutile”. C’è già chi la sta “accusando” che è troppo simile a Click boom!, ma per lei non è affatto una critica: “Tutti i grandi della musica hanno un proprio sound, un timbro. A me piace che il ritornello stupisca. Quindi no, non ho paura di ‘doppiarmi’”.
Rose Villain ha raccontato Fuorilegge come
“una canzone che mi è esplosa tra le mani: avevo pensato da subito a una ballad intima, più malinconica, seguita poi da un ritornello da ballare – appunto, la mia cifra – che travolge. Volevo tenerla più in gabbia, solo che a un certo punto mi sono fatta prendere la mano; con l’amore funziona così”.
E lei ci si sente molto una “fuorilegge”:
“Nell’accezione che serve oggi: fuorilegge è chi non dà ascolto al giudizio degli altri, specie quando ci dicono che la nostra idea è sbagliata, che dovremmo lasciar stare. È la mia storia: non sono venuta fuori perché abbia chissà quale voce, ma perché ho lavorato tanto sulle mie doti, cercando di affinare le armi dello storytelling, le rime, l’immaginario e il resto; ho faticato in questi anni, ma posso dire di avercela fatta esattamente con la musica che voglio, senza scorciatoie. Ne sono in pieno controllo. E ne sono fiera. Passione, si sa, batte talento. E di tanto”.
Il messaggio che vuole dare con questo pezzo sanremese è proprio questo: seguire le proprie passioni. E aggiunge:
“La musica mi costringe a essere una fuorilegge verso me stessa. Sul palco mi scateno e lascio andare, racconto cose intime, eppure sono una ragazza molto timida”.
Infine un accenno sul caso dei rapper che fanno discutere per il sessismo nei loro testi. Lei è una donna che fa parte di questo mondo e a suo dire si tratta di
“un discorso che, sinceramente, non ha senso: è come se un’attrice si lamentasse perché viene fatta a pezzi in un film; quello di Tony Effe e gli altri è puro cinema, finzione, un gioco che come tale ha delle regole e come tale dev’essere trattato. Io li conosco tutti di persona, con molti di loro ho lavorato; sono ragazzi adorabili, che trattano benissimo le donne, altroché. E sono sicura che sono molto accoglienti anche con le altre della scena. Sono molto contenta del successo di Anna, lentamente anche qui ci stiamo aprendo al nuovo, con testi e narrazioni confident. Negli Stati Uniti le classifiche sono al femminile: l’Italia è sempre in ritardo, ma ci arriveremo”.
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(fonte 105.net)
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